Cibo | 22 aprile 2025

Storia, mito e leggenda della colomba di Pasqua

Il dolce simbolo della Pasqua si afferma nella Milano degli anni ‘30, come figliastro del panettone

Storia, mito e leggenda della colomba di Pasqua

La colomba: simbolo di pace, purezza, alleanza e di tanti valori che vanno a braccetto con la Pasqua. Dolce, delicata, morbida è un dessert tradizionale che imperversa in tutte le regioni italiane, immancabile per festeggiare la ricorrenza con famigliari e amici.

Vale dunque la pena conoscere le leggende che evocano per questo dolce di origine lombarda ascendenti di primissimo ordine.

L’assedio di Pavia da parte di re Alboino

Nell’anno 572, dopo tre anni di resistenza, la città di Pavia cadde sotto il controllo di Alboino, re dei Longobardi. Per scongiurare violenze e devastazioni, gli abitanti offrirono all’invasore dei dolci soffici a forma di colomba, come gesto di pace. Alboino ne fu così colpito da promettere di risparmiare la città e di farne la capitale del suo nuovo regno.

La leggenda di san Colombano e della regina Teodolinda

Secondo un racconto popolare, nel 612 l’abate irlandese san Colombano fu invitato a un banchetto dalla regina longobarda Teodolinda, a Pavia, in periodo di Quaresima. Gli vennero servite carni pregiate e selvaggina, non proprio adatte a un tempo di penitenza. Per non offendere la regina, ma senza trasgredire la regola quaresimale, l’abate benedisse le pietanze, trasformandole miracolosamente in colombe di pane bianche. Il miracolo colpì la regina, che riconobbe nell’uomo un santo, e decise di donargli il territorio di Bobbio, dove nacque l’Abbazia di san Colombano. La colomba bianca da quel giorno è divenuta il simbolo del Santo, tanto che la troviamo sempre raffigurata sulla sua spalla.

La battaglia di Legnano

L’ultima storia ancestrale legata alle nostra colombe pasquali ci fa volare a ritroso fino al 1176, ovvero al tempo della battaglia di Legnano. Mentre l’imperatore germanico Federico Barbarossa veniva sconfitto dalla Lega dei Comuni lombardi, alcuni condottieri notarono tre colombe appollaiate sulle insegne lombarde. Interpretando ciò come un segno di buon auspicio, al termine dello scontro fecero preparare pani a base di uova e farina con la forma di questi uccelli, per celebrare la vittoria.

L’idea di Dino Villani: la colomba come evoluzione del panettone

Queste storie ci fanno pensare che in passato possono essere esistiti dei dolci pasquali a forma di colomba, e del resto ne è prova anche la siciliana cuddura con le uova, in cui all’impasto sono abbinate proprio delle uova sode. Ma la colomba che conosciamo oggi ha tuttavia origini più recenti: si tratta in effetti di un dolce ideato nella Milano negli anni Trenta del ’900 dalla Motta, e capace di raggiungere le tavole di tutta Italia grazie al suo rapidissimo successo. In quel tempo fu Dino Villani, allora direttore pubblicitario della ditta milanese già celebre per panettoni che, per sfruttare i macchinari e la pasta usati in autunno proprio per la preparazione dei panettoni, ideò un dolce dall’impasto molto simile ma pensato per celebrare la Pasqua. Da subito imitatissima, la colomba pasquale ebbe successo per la sua forma, che rimanda ai concetti cristiani di pace e amore, e che si affianca così all’altrettanto celebre uovo di cioccolata, che rappresenta invece la Resurrezione. Motivo del successo fu anche l’impasto della colomba anche in questo caso a base di farina, burro, uova, zucchero e con le caratteristiche guarnizioni in buccia d’arancia candita, unita all’inconfondibile glassatura alle mandorle.

Non so voi, ma io dopo aver scritto così tanto di colombe non posso che correre a spacchettare la prima.

Silvia Gullino