Acqui Terme è la capitale della zona di produzione dei Vini d’Acqui, situata nella parte sud-orientale dell’Alto Monferrato, lungo la riva sinistra del fiume Bormida, in provincia di Alessandria. Fondata dai Romani nel II secolo a.C. con il nome di Aquae Statiellae, la città si sviluppò intorno alle sue famose sorgenti termali. I Romani già apprezzavano le proprietà terapeutiche delle acque salso-bromo-sulfuree, che sono ancora oggi utilizzate per i loro effetti benefici.
Nel cuore della città si trova la Bollente, una storica fonte termale che sgorga acqua sulfurea a 74,5°C. Racchiusa in un'elegante edicola ottagonale del 1879, essa è il simbolo di Acqui Terme nonché meta imperdibile per chi desidera sperimentare le proprietà terapeutiche delle sue acque. Oggi, oltre ai moderni centri termali, la città offre una vasta gamma di attività turistiche, tra cui la scoperta del suo ricco patrimonio storico, come l’acquedotto romano e il Museo Archeologico, che conserva numerosi reperti della storia locale. L’intero territorio è come un gioiello prezioso incastonato tra vigneti e panorami mozzafiato nei paesaggi vitivinicoli del Monferrato, dichiarati Patrimonio dell'Umanità dall'UNESCO nel 2014 per la loro straordinaria bellezza.
Le strade panoramiche che attraversano le colline circostanti conducono a borghi caratteristici come Strevi, Ricaldone e Mombaruzzo, ciascuno con le proprie tradizioni e specialità enogastronomiche, a partire dalle cantine, che offrono esperienze di degustazione permettendo ai visitatori di assaporare i vini tipici di zona, accompagnati da prelibatezze tipiche, come per esempio la farinata (focaccia sottile e morbida di farina di ceci), la robiola di capra (tra cui la Roccaverano DOP), il tartufo bianco, il filetto baciato (salume tipico della zona) e gli amaretti (dolci a base di mandorle).
Il Brachetto “Vitigno dell’Anno” 2024
Il Consorzio del Brachetto d’Acqui tutela un territorio di circa 1.000 ettari dove centinaia di agricoltori si dedicano con dedizione alla coltivazione di uve di alta qualità. La DOCG nasce tra 26 comuni tra l’Astigiano e l’Alessandrino, dove le colline di questa zona offrono un ambiente unico per la crescita delle uve di Brachetto, che danno vita ad un vino dal bouquet floreale e fruttato, tipicamente rosso, ma che può esprimersi anche con una leggera e raffinata bollicina.
Il Brachetto è stato nominato “Vitigno dell’Anno” 2024 dalla Regione Piemonte nell’ambito di un’iniziativa volta a valorizzare e promuovere i vitigni autoctoni piemontesi. Questo riconoscimento mira ad evidenziare la sua qualità e ruolo nella tradizione vinicola locale, rafforzandone la competitività sui mercati internazionali attraverso azioni mirate di valorizzazione del territorio.
Dal passato travagliato, nel XIX secolo il vitigno fu quasi completamente distrutto dalla fillossera della vite, (insetto parassita originario del Nord America che attacca le radici e le foglie della vite causando, nella seconda metà dell'Ottocento, una devastante crisi vitivinicola che distrusse intere coltivazioni) rischiando l’estinzione. Tuttavia, grazie a un lungo lavoro di recupero, il Brachetto è stato rilanciato nella seconda metà del XX secolo, ottenendo prima la Denominazione di Origine Controllata (DOC) nel 1969 e poi la Denominazione di Origine Controllata e Garantita (DOCG) nel 1996.
Questo vitigno a bacca nera si distingue per le sue particolari caratteristiche organolettiche: presenta un colore rosso rubino con riflessi violacei o rosati, un profumo intenso di rosa e frutta matura, un gusto delicato, aromatico e inebriante. Le sue denominazioni comprendono il Brachetto d’Acqui DOCG (o Acqui DOCG) e il Piemonte Brachetto DOC. La DOCG Brachetto d’Acqui (o più brevemente solo “Acqui”) include tre tipologie di vino: il Brachetto d’Acqui, il Brachetto d’Acqui Spumante e il Brachetto d’Acqui Passito. Interessante sottolineare il carattere dello spumante, avente una spuma fine e persistente, con un colore che può variare dal rubino al rosato, aromi delicati di frutta e spezie e un gusto che spazia dall’extra brut al dolce. Il passito, invece, presenta un colore più intenso tendente al granato, con profumi muschiati, leggere note di legno e un sapore armonico, dolce e vellutato, ottenuto attraverso un processo di appassimento delle uve che può avvenire direttamente sulla pianta o in ambienti controllati per esaltare le caratteristiche aromatiche del vino. Questo metodo conferisce maggiore complessità e struttura, rendendolo un prodotto veramente di grande pregio.
Il Brachetto & i dolci
Con il suo colore rosso brillante, il Brachetto d’Acqui DOCG ispira particolarmente anche maestri pasticceri che lo scelgono per esaltare le loro creazioni a base di frutta rossa trovando col cioccolato il compagno ideale per l’abbinamento con questo vino aromatico dolce, armonico, floreale e fruttato, dove il suo profumo di rose e frutti rossi si armonizza elegantemente con la morbida e decisa eleganza del cacao, tanto da essere storicamente detto “vino dolce da dessert” come consiglia lo stesso Presidente Consorzio Tutela Brachetto d'Acqui D.O.C.G., Paolo Ricagno: “con il dessert, scegliamo sempre un vino dolce, per un perfetto abbinamento per concordanza”.
Lo scorso 6 febbraio, nello spazio Martino Crespi Eventi a Milano l’incontro tra questo vino ed il cioccolato è stato celebrato grazie alla collaborazione tra il Consorzio ed Ernst Knam: in quell’occasione si è tenuto uno show cooking dedicato a giornalisti e influencer del settore dove il noto Chef e Maître Chocolatier ha creato per l’occasione delle praline a forma di cuore ripiene di Brachetto d’Acqui DOCG, realizzate in limited edition per San Valentino e disponibili per un periodo limitato. Il risultato è stato BRAK, un trio di cioccolatini che esprime l’equilibrio perfetto tra l’eccellenza vinicola piemontese e l’arte della cioccolateria. Ogni pralina è stata abbinata sapientemente a diverse tipologie di Brachetto d’Acqui, esaltandone aromi e sapori in una raffinata esperienza sensoriale.
Il Brachetto & il salato
il Brachetto si fa apprezzare anche nelle sue versioni secche, ideale nell’abbinamento con piatti salati: l’Acqui Rosé Secco, ad esempio, è ottimo per piatti speziati delle cucine etniche e fusion, ma anche per crudi di mare, formaggi stagionati, pane burro e acciuga, salumi creando armonie inaspettate. Chef Knam, a Milano, ha anche proposto un delicato finger food salato composto da focaccia e mortadella Favola del Salumificio Palmieri con scaglie di cioccolato: una vera delizia, magari come idea di aperitivo. Per la sua versatilità, il Brachetto è perfetto non solo in abbinamento ai piatti dolci o salati, ma grazie alla sua freschezza ed aromaticità diviene ottimo protagonista nell’ambito della mixology.
In un’epoca in cui cresce l’interesse per i vini a bassa gradazione alcolica e dealcolati, il Brachetto d’Acqui si distingue come un’alternativa naturalmente perfetta. Con il suo delicato tenore alcolico, tra il 5 e il 6%, questo vino offre un’esperienza di degustazione senza rinunciare al piacere del vino perché, differenza dei prodotti sottoposti a processi di dealcolazione, il Brachetto conserva intatte le sue caratteristiche organolettiche. Vino giovane, versatile, è il compromesso perfetto tra gusto e leggerezza, per chi desidera un sorso senza eccessi.