Le festività natalizie rappresentano un'opportunità preziosa per riscoprire le tradizioni del passato. Il Natale, in particolare, è un momento ideale per concedersi prelibatezze rare, dove la buona tavola e il calore familiare diventano i veri protagonisti.
I Natalini, conosciuti anche come Maccheroni di Natale, sono ricchi di storia e si presentano come un piatto dalle origini antichissime, passato di generazione in generazione. Così rappresentativi della festa da prenderne anche il nome, questi maccheroni sono cari ai liguri, che li considerano un simbolo della cucina natalizia.
Originari di Genova, grazie ai maestri pastai, si sono poi diffusi a Savona, e in seguito a La Spezia e Imperia. I Natalini vengono citati nei dizionari genovesi del XIX secolo, da autori come Angelo Olivieri e Giovanni Casaccia, fino ad arrivare alla prima Guida Gastronomica d'Italia del Touring Club Italiano nel 1931, che menziona una ricetta con trippa, già presente nella Vera Cucina Genovese di Emanuele Rossi del 1865.
Hanno la forma di penne lisce, ma misurano circa 20 cm e presentano un profilo leggermente ovale, dato che vengono essiccati lentamente su telai. La loro larghezza è leggermente maggiore rispetto a quella degli ziti napoletani e sono tagliati in modo diagonale, senza spezzarli durante la cottura. Questi maccheroni versatili si prestano a diverse ricette, sia asciutte che al forno, e vengono spesso utilizzati nei timballi.
La tradzione vuole che fossero serviti in brodo nel giorno di Natale.
I Natalini erano consumati da tutti, sia dai ricchi sia dai più umili.
Obbligatoriamente da tagliare nel piatto, nelle versioni più povere venivano cotti nel brodo di sole trippe o nel liquido della cottura della cima.
Ciò che faceva la differenza era quindi il brodo: chi poteva permetterselo utilizzava il Cappone, che spesso andava a comprare a Novi Ligure, che era amministrata da Genova sino alla seconda metà dell'800.
Il cardo gobbo è un apporto tutto savonese al piatto, visti gli stretti rapporti con il mondo monferrino e langarolo: la verdura era precedentemente lessata e anche ripassata nel burro.
Infine serviti poi spolverati di parmigiano.
Tiziana Piras, la chef dell'Artrattoria di Albissola che durante le feste propone i Natalini in brodo
Il piatto, sicuramente sontuoso, oggi è stato pressoché dimenticato e il suo posto è stato soppiantato dai ravioli. Peccato, perché era una preparazione corale, conviviale e beneaugurante. I tocchetti di salsiccia volevano raffigurare antiche monete di rame e rappresentavano i soldi.
Al di fuori della Liguria, è quasi impossibile trovarli.
I maccheroncini sono proposti in menù di alcuni ristoranti attenti alle tradizioni e si trovano anche negli scaffali della grande distribuzione, ma solo in questi giorni che precedono il Natale.