Cibo | 03 dicembre 2024

Blonde d’Aquitaine: eccellenza bovina, qualità della carne e rispetto dell'animale.

Dal progetto europeo all’azienda Villosio, fino al Ristorante Monviso: un viaggio di sapori nel Saluzzese tra il Po nascente e il Re di pietra il Mons Vesulus.

Blonde d’Aquitaine: eccellenza bovina, qualità della carne e rispetto dell'animale.

Un progetto europeo per valorizzare un’eccellenza bovina.

European Beef Excellence è un’iniziativa triennale (aprile 2023 – marzo 2026) di informazione e promozione cofinanziata dall’Unione Europea e realizzata da Asprocarne Piemonte e France Blonde d’Aquitaine Sélection. Il programma mira a far conoscere questa razza bovina d’eccellenza in Francia e in Italia, sottolineandone il valore per qualità, tradizione, sostenibilità ambientale e sociale, sicurezza alimentare nonché il benessere animale. Questi aspetti sono garantiti dal Sistema di Qualità Nazionale in Zootecnica (SQNZ) in Italia e dalle certificazioni Label Rouge francesi (Boeuf Blond d’Aquitaine, Boeuf Excellence, Boeuf de nos Prés).

La Blonde d’Aquitaine, originaria del sud-ovest della Francia, è nata nel 1962 dalla fusione delle razze Garonnaise, Quercy e Blonde dei Pirenei, evolvendosi rapidamente verso standard di alta qualità ed in pochi decenni si è diffusa in tutta la Francia e nel mondo, diventando un punto di riferimento per gli allevatori.

La razza bovina francese si distingue per un mantello che varia dal biondo al rossiccio, fino al bianco ed è caratterizzata da una testa piccola, fronte larga e corna corte, spicca soprattutto per la muscolatura rotonda e compatta, affinata attraverso selezioni accurate aventi spalle, collo, lombi e cosce ben sviluppati. Gli allevamenti italiani acquistano giovani vitelli dalla Francia, sottoponendoli a rigorosi controlli, vaccinazioni e a una fase iniziale di “adattamento” di circa 30-40 giorni, durante la quale i capi sono accolti in stalle confortevoli, in piccoli gruppi, per abituarli a una dieta concentrata ricca di amidi e zuccheri.

Segue la fase cruciale di “ingrasso”, che dura 4-6 mesi e punta a ridurre ogni forma di stress, rispettando le dinamiche naturali del branco. L’allevamento si conclude con il “finissaggio”, un mese dedicato a un’alimentazione ricca di zuccheri per incrementare il grasso intramuscolare e migliorare la qualità della carne. Al termine del ciclo, i maschi raggiungono un peso di 650-750 chilogrammi, mentre le femmine pesano tra 450 e 550 chilogrammi. La carne della Blonde d’Aquitaine è perfetta per la cucina tradizionale italiana, in particolare quella piemontese, esaltando preparazioni come la carne cruda battuta al coltello e ricette con cotture brevi.

In Piemonte, questa razza è oggi tra le più allevate, grazie alla sua carne magra, tenera e dal gusto delicato, caratteristiche apprezzate dai consumatori locali, già abituati alla qualità della razza della propria regione. Queste caratteristiche della carne Blonde d’Aquitaine, rese possibili dalla particolare struttura muscolare degli animali, ne fanno un prodotto unico.

 

Qualità della carne e rispetto dell’animale.

La caratteristica della carne è strettamente legata al rispetto degli animali, un principio chiave per Asprocarne Piemonte (organizzazione di produttori di carni bovine costituita nel 1985 e riconosciuta dalla Regione Piemonte nel 1986). Luca Giordana, responsabile tecnico dell’associazione, sottolinea l’importanza di seguire rigorosi disciplinari di qualità negli allevamenti per garantire sia la tracciabilità che standard elevati. Il benessere degli animali, infatti, è essenziale non solo per l’etica dell’allevamento, ma anche per la sostenibilità economica: un animale non sano o stressato non cresce adeguatamente, con conseguenti ricadute negative sulla produzione di carne e sul reddito dell’allevatore. “Gli allevatori del futuro – spiega Giordana – saranno quelli che lavoreranno rispettando questi standard, puntando su sostenibilità e qualità per distinguersi dalla concorrenza internazionale”.

In un mercato dominato da carni importate con costi di produzione inferiori e controlli meno rigorosi, l’unica via per competere è offrire prodotti superiori. Diversificare la produzione italiana, con una maggiore attenzione alla qualità e alla sostenibilità, è indispensabile per ottenere il riconoscimento dei consumatori. Giordana aggiunge che la passione per il mestiere è fondamentale: “Un allevatore che rispetta il proprio lavoro non accetterebbe mai di vedere i suoi animali soffrire”. Una filosofia che rappresenta non solo un modello produttivo, ma anche una scelta etica imprescindibile per il futuro del settore.

 

Ai piedi del Re di Pietra: l’azienda Villosio Livio e Domenico, eccellenza agricola nel cuore della Provincia Granda.

L’azienda è una delle realtà più rappresentative dell’eccellenza di Asprocarne Piemonte (di cui Domenico è parte del Consiglio di amministrazione), distinguendosi per il suo allevamento di 800 capi di Blonde d’Aquitaine, che dopo essere stati importati dalla Francia, vengono accuditi per sette mesi nelle loro stalle. Questo tipo di bestiame, geneticamente affine alla razza piemontese, offre una resa particolarmente interessante, aggiungendo valore alla produzione.

 

Gli allevatori pongono un’attenzione particolare a tre pilastri fondamentali: alimentazione, benessere animale e utilizzo consapevole del farmaco, il tutto in un’ottica di sostenibilità ambientale e tutela del consumatore, e all’interno di un contesto paesaggistico eccezionale. Situata nelle campagne saviglianesi, nel comune di Cardè (CN), ai piedi del maestoso Monviso, l’azienda condivide con il “Re di Pietra” la solidità e il profondo legame con il territorio.

 

La provincia di Cuneo, nota come Provincia Granda per la sua vastità territoriale, è difatti celebre per la ricchezza della sua storia, il patrimonio artistico culturale ed un’invidiabile tradizione enogastronomica. Questo territorio, che si estende dalla catena delle Alpi alle colline delle Langhe, dichiarate patrimonio UNESCO nel 2014, è anche la terra delle “Sette Sorelle”, ovvero le sette principali cittadine che un tempo la dominavano. Ed è in questi territori che è possibile sperimentare al meglio la qualità indiscutibile della Blonde d’Acquitaine, grazie alla partnership fra allevatori e ristoratori d’eccezione.

 

Ristorante Monviso: un viaggio tra sapori raffinati nel cuore storico di Saluzzo.

Nel cuore di Saluzzo, proprio una delle Sette Sorelle, antica capitale del Marchesato e gioiello storico del Piemonte, si trova il Ristorante Monviso, un omaggio al maestoso "Re delle Valli Piemontesi". Immerso in un contesto unico, tra stradine acciottolate, eleganti chiese e palazzi nobiliari legati ai Marchesi, il Ristorante Monviso è guidato dal carismatico motto “testa, cuore, pancia”, coniato dallo chef Daniele Palazzo e dalla sommelier Valentina Michelle Valvason. Qui la cucina diventa una celebrazione della tradizione piemontese, rivisitata con eleganza e modernità, per raccontare i sapori della terra in una veste raffinata. Utilizzando materie prime selezionate dai migliori produttori locali, nel pieno rispetto della stagionalità, il ristorante propone piatti che uniscono tecniche di cottura innovative, come la bassa temperatura, a una cura meticolosa della presentazione.

 

L’evento speciale dedicato alla Blonde d’Aquitaine dello scorso 20 novembre 2024 ha trovato il suo scenario ideale nella suggestiva sala dell'antico centro congressi Monastero della Stella di Saluzzo, un ambiente che ha amplificato la finezza della degustazione, trasformandola in un’esperienza multisensoriale. Il menù appositamente pensato dallo chef Daniele Palazzo è stato un viaggio di sapori: con vini di Carlin de Paolo diversi per ogni portata, si è iniziato con un’entrée di tartelletta con mousse di fegato e marmellata di cipolle, seguita da un antipasto composto da un’albese spessa di filetto accompagnata da verdure in agro, brillant-savarin e remoulade. A seguire, il primo piatto è stato servito con dei delicati plin di Blonde d’Aquitaine con beurre blanc all’erba cipollina. Il secondo piatto ha visto protagonista uno scamone in crosta di nocciola tonda gentile, accompagnato da un contorno di stagione, mentre la chiusura è stata affidata a un superbo savarin alle mele della Val Bronda e chantilly, un dolce che ha saputo coniugare tradizione e freschezza.

 

                                                                                              

                                                                                                             

Testo e foto di Fulvio Tonello