Il nome "Fora Bina", in dialetto veneto, significa letteralmente "fuori dai binari", un’espressione che rappresenta perfettamente la filosofia innovativa alla base del progetto enologico di due giovani imprenditori, Christian Gastaldelli e Matteo Castagna, che promettono di portare una ventata di freschezza nel mondo del vino con degustazioni che si discostano dagli schemi consueti.
Già compagni di studi alla facoltà di Enologia e Viticoltura di Verona, sono oggi amici e soci. Matteo, originario di un piccolo paese in provincia di Verona, ha maturato esperienze internazionali come tecnico di laboratorio in California e Romania, e da cinque anni è Responsabile Tecnico di Qualità, Ricerca e Sviluppo per un'azienda globale nel settore enologico. Christian, dopo la laurea, ha mosso i primi passi lavorando in un’azienda di prodotti enologici, entrando in contatto con numerose cantine; tuttavia, l’esperienza in un grande gruppo privato, dove la vinificazione di qualità veniva sacrificata in favore di una standardizzazione di massa, lo ha spinto a voler creare qualcosa di diverso: da qui è nato Fora Bina, un progetto che punta a rompere gli schemi tradizionali del settore, mettendo al centro del processo la qualità delle uve e delle annate.
I fondatori di Fora Bina puntano a creare vini che rappresentino la migliore espressione dell'annata, selezionando le uve più pregiate dal territorio veronese. Ogni anno compiono un'attenta scelta delle parcelle, garantendo uno stile unico e riconoscibile, frutto della profonda conoscenza del territorio e dei produttori locali. Infatti, pur variando i vitigni, i vini seguono il principio guida di esaltarne al massimo le caratteristiche dell'annata e delle uve, senza l’uso di additivi.
Sostenibilità e naturalità al centro della produzione vinicola
La sostenibilità ambientale e la naturalità dei vini sono valori fondamentali per Fora Bina, applicati con coerenza in ogni fase del processo produttivo: l'azienda si impegna a selezionare uve provenienti da vigneti che incarnano una visione elevata di viticoltura, privilegiando terreni collinari ricchi di biodiversità, lontani dalle monocolture delle pianure. Questi vigneti, situati vicino a ciliegi, olivi e boschi, sono gestiti con tecniche manuali, riducendo al minimo l’uso di mezzi meccanici, in armonia con l’ambiente circostante.
Anche nella produzione del vino, Fora Bina segue principi di sostenibilità e naturalità. Le uve selezionate vengono analizzate accuratamente per garantirne la salubrità, mentre i processi di vinificazione utilizzano solo prodotti naturali, privi di allergeni e sostanze chimiche, ad eccezione di dosi minime di metabisolfito. I vini, per di più, non subiscono chiarificazioni né filtrazioni, mantenendo la loro autenticità e purezza, in linea con la filosofia aziendale di rispetto per la natura e per il prodotto finale.
Inoltre, la cantina adotta tecniche sostenibili per la produzione, lo stoccaggio e il packaging, e utilizza un furgone a metano per il trasporto delle uve. L'impianto fotovoltaico riduce l’impatto ambientale e i costi energetici, mentre un sistema di recupero della CO2 di fermentazione, operativo dal 2025, sarà utilizzato per inertizzare le vasche durante i travasi. Con queste pratiche, Fora Bina dimostra un impegno concreto verso la sostenibilità e la preservazione dell’ambiente.
Il Club Fora Bina
Dopo anni di meticolosa ricerca e selezione nei migliori vigneti della provincia di Verona, Christian e Matteo hanno lanciato un progetto innovativo ovvero il Fora Bina Wine Club, nato da un lavoro certosino volto ad identificare le vigne più vocate ed i vitigni più interessanti. Questo "laboratorio" sperimentale punta a creare vini unici che superano le tradizionali denominazioni veronesi, offrendo annate ed edizioni limitate che rappresentano sia l’interpretazione dell’anno che la valorizzazione del vitigno.
Quest’anno il club presenta quattro etichette esclusive: un vino frizzante, un bianco, un rosato e un rosso (previsto per l’autunno 2024) con l’aggiunta di un altro rosso da evoluzione, previsto per il 2026. La produzione annuale si attesta su circa 6400 bottiglie, ognuna delle quali è una sorpresa per gli appassionati del vino, sia per varietà che per tipologia.
Il nostro assaggio
“Bina F1 Bianco Frizzante IGT Verona 2023”
I vini conosciuti come pétillant naturel o pét-nat, ottenuti attraverso la rifermentazione in bottiglia, sono perfetti per soddisfare diverse esigenze estive. Un esempio senza pretese di questa categoria è il Bina F1, non filtrato, si presenta con un aspetto velato nel bicchiere, mentre al naso sprigiona note di frutta bianca croccante, che si intrecciano con aromi di limone candito e cedro. Ed è la stessa spinta citrina a caratterizzare e rendere freschissimo il sorso fin dall'ingresso, per una bevibilità agile da effetto “glou-glou”. Per iniziare l'aperitivo, quando le temperature sono ancora alte, o a bordo piscina per accompagnare qualche stuzzichino e pizzette di vario genere in pieno relax, è un ottimo vino bianco frizzante rifermentato in bottiglia, da uve Garganega e Trebbiano.
“Bina PK1 Rosato IGT Verona 2023”
Autentico cru, seppur rosato atipico da sole uve Corvinone (l'uso in purezza delle uve Corvinone è piuttosto raro, soprattutto a causa delle restrizioni imposte dal disciplinare e non a caso, il Bina, è classificato come IGT, poiché la DOC Bardolino richiede principalmente l'impiego di uve Corvina), già dalla vista tradisce l'intenzione di seguire i più tipici rosa provenzali dal colore scarico. Profumi che partono da floreali per arrivare alle classiche note di frutti di bosco rossi più che neri, e un'intrigante nuance di agrumato. In bocca, il complesso fruttato piacevole ritorna e acidità con coda sapida danno slancio alla beva. Si accompagna schiettamente a focaccette al pomodoro, a una caprese, a un panino al salame improvvisato, a piatti leggeri.
“Bina B1: Bianco IGT Verona 2023”
Il più ambizioso del lotto, mantiene le promesse dell'uvaggio proveniente da vecchie viti coltivate manualmente: Garganega, col suo corpo pieno e un fruttato di grande soddisfazione, e il Trebbiano di Soave, che dona il mix perfetto di florealità e acidità si ritrova tutto fin dal naso, potente e variegato, con fiori bianchi (albicocca, gelsomino), gialli (ginestra) e le note di pesca a pasta gialla. Al palato, è slanciato: il fruttato ritorna bilanciato da freschezza e un buon finale mandorlato. Un bianco da gustare con ricche insalate (di pollo, con uova, etc.), pesce di lago grigliato, cous-cous di pesce profumati al curry, aspic di carni bianche e verdure.
In un bicchiere di Fora Bina si ritrovano tradizione e passione di un territorio veronese che regala vini unici, capaci di raccontare la storia e l'anima di chi li produce, con un richiamo perfetto a quei sapori autentici e un po' ribelli che sanno sorprendere e andare oltre le aspettative.