Cibo | 07 agosto 2024

La Giordania lancia il Jordan International Food Festival

La Giordania è un paese che continua a incantare i suoi numerosissimi visitatori , non solo per le tante bellezze e la calda ospitalità, ma anche per le manifestazioni internazionali

La Giordania lancia il Jordan International Food Festival

Una di queste, il Jordan International Food Festival, JIFF,  nuovo evento culinario che celebra la cucina  e la cultura gastronomica con ospiti da 56 paesi del mondo, si svolgerà nel cuore di Amman al King Hussein Business Park dal 7 all’11 agosto.

Organizzato dal Ministero del Turismo giordano e dal Jordan Tourism Board, il JIFF offre un'esperienza immersiva con degustazioni curate da chef stellati di tutto il mondo, dimostrazioni dal vivo, laboratori di cucina, concerti musicali, mercati locali e intrattenimento per famiglie, il tutto arricchito dalla calda ospitalità giordana.

 

Il festival e si estenderà su 50.000 metri quadrati suddivisi in diverse aree che soddisfano vari gusti, interessi ed età. Il programma comprende incontri con un'eccezionale schiera di chef di fama internazionale, scrittori di gastronomia, critici ed esperti culinari provenienti da 56 paesi dell’Medioriente, dell’Europa, dell’Africa, dell’Asia, del Nord e del Sud America, e anche Australia. Dall’Italia arriverà Paolo Vizzari, chef e narratore enogastronomico, che giovedì 8 agosto interverrà al panel “Food Critics: An Inside Look”, moderato dal giornalista e critico gastronomico David Joseph Constable, con l’indiana Rashmi Uday Singh, autrice di 40 libri, presentatrice televisiva, vincitrice del World Gourmand Award, e il saudita Hani Al Malki, esperto culinario.

 

In programma 20 dimostrazioni culinarie, oltre 70 ristoranti, 25 food truck, 50 stand di venditori locali, area concerti per oltre 3.000 persone e area bambini di oltre 1.000 mq. Il main stage, una piattaforma vivace dove le band locali e i talenti regionali incontrano il pubblico, presenta una programmazione curata che soddisfa ogni gusto musicale con diversi concerti live dalle otto di sera a mezzanotte ogni giorno del festival. Dagli chef di fama mondiale che presentano i loro piatti d’autore ai critici gastronomici che condividono le loro intuizioni e gli esperti culinari che dimostrano tecniche innovative, il JIFF è una celebrazione di tutto ciò che riguarda il cibo.

 

E’ più che naturale che un evento del genere si tenga in Giordania, dove la cucina  ha un ruolo di primo piano anche nell’ospitalità . In realtà non si può parlare di una cucina prettamente giordana, in quanto il paese, grazie alla sua posizione sulle vie carovaniere,  lungo le quali venivano trasportati i prodotti più vari ed esotici, dalle spezie indiane, al riso dell’Egitto,  ne ha elaborato una  ibrida , in cui coesistono varie influenze, anche di paesi  vicini, come la Turchia e il Libano. A queste si sono aggiunte quelle delle popolazioni rifugiatesi in Giordania per fuggire da conflitti e guerre, come gli irakeni e i siriani.  Una delle specialità  immancabili  sulla tavola della festa e che anche i turisti possono gustare nel Wadi Rum e a Wadi Mus,  viene dalla tradizione beduina. Si tratta del mansaf, un abbondante piatto di riso, ricoperto di pinoli, a cui vengono aggiunti pezzi di agnello cotti per ore, finché non diventano tenerissimi, il tutto preparato dentro lo zerb, un forno che consiste in un buco nella sabbia, riempito di legna per preparare la brace e poi chiuso. Il riso e la carne vengono quindi ricoperti da una salsa calda a base di cagliata di capra e di grasso, oppure di yogurt. Il composto è poi depositato su di una sottile sfoglia di pane beduino (shrak). Per tradizione il mansaf deve essere  mangiato con la mano destra, formando delle palline di riso o raccogliendolo con il pane, di solito rimanendo in piedi intorno al tavolo, dov’è posato il grande piatto.  Tipico della tradizione arabo-islamica, il mansaf è poi entrato anche nella cucina arabo-cristiana della Giordania  e,  se per un arabo musulmano  esso segna la fine del digiuno del Ramadan, per un cristiano rappresenta il sacrificio di Gesù (l’agnello), che lo yogurt e il riso, con il loro candore evidenziano

Il pane  arabo non lievitato, il khobz è onnipresente in Giordania, e non può mancare in ogni pasto, a cominciare dalla colazione, magari cosparso di zaa’tar, un saporito mix di spezie con sesamo, sommacco e issopo. Spesso il pane, di solito di forma rotonda, serve anche come una sorta di cucchiaio per mangiare gli antipasti, i mezze, oppure per preparare piatti quali  musakhan e shawarma

I mezze,  di origine libanese, sono antipasti caldi e freddi molto vari, serviti in tavola in piatti diversi: fra questi l’humus, una purea di ceci all’olio d’oliva, il tabuleh, insalata a base di bulgur, pomodori, menta e prezzemolo, condita con olio e limone,  foul, fave insaporite con aglio, olio e limone, koubé, polpette di carne con bulgur,  labneh,  formaggio bianco,  baba ghanouge, caviale di melanzane. Se a quest’ultimo viene aggiunta della purea di sesamo, il piatto prende il nome di  muttabal. Deliziose  le falafel, polpette fritte di  ceci  dal sapore speziato, di solito servite con delle insalate. I samboussek sono paste salate triangolari, farcite  con spinaci, formaggio  o patate, mentre  si possono definire  quasi una pizza locale  i manahes , gallette  di pane piuttosto spesse all’olio d’oliva e  zaa’tar.

Il piatto principale del pranzo di solito è a base di carne di montone o di pollo,  spesso sotto forma di spiedini, magari misti, gli chich kebab. Il kebab, invece consiste in carne  macinata di montone, insaporita con varie erbe a formare come una grossa salsiccia messa in uno spiedo e poi tagliata a fette. Come contorno viene sovente servito il riso, che insieme a  verdure di stagione e a patate può anche costituire un piatto unico.  Un’autentica specialità è il makloubeh, preparato con pollo, riso, verdure e spezie  e servito “capovolto”. Spesso vi si aggiungono cardamono, uvetta ed erbe aromatiche. Tipicamente giordane sono delizie, quali shawarma, pane farcito con carne di montone o di pollo alla griglia, con aggiunta di cipolle e pomodori, condito con una salsa bianca.  La kefta  si prepara al  forno ed è a base di carne  di montone  o di manzo tritata, mescolata a cipolla e prezzemolo, con contorno di pomodori e patate. Più o meno gli stessi ingredienti compongono il gallayeh,  detto anche il “piatto del celibe”, perché facile da preparare con pomodori,  cipolla, aglio, pollo o montone e magari un’aggiunta peperoncino. 

Sulla costa, ad esempio ad Aqaba, si mangia buon pesce, e un a preparazione tipica giordana  è  la sayadiya, consistente nel pesce intero, servito con riso, a cui si aggiungono pinoli,   e accompagnato   da una salsa  a base di olio d’oliva e cipolla.

Tipiche sono anche ricette  come warag dawali, foglie di vite  ripiene di riso,  carne tritata e spezie, kusa mahshi, zucchine ripiene , e  beit injan mahshi, melanzane farcite.

Per quanto riguarda i dessert, questi sono davvero molto dolci:  fra i più diffusi, baklava, che può essere a base di zucchero, noci, pistacchi, mandorle e konafa,  capelli d’angelo  ripieni di formaggio di capra dolce o di crema. Ci sono poi i ma’amoul, farciti con datteri, noci o pistacchi, i raibés, pasticcini dalla consistenza farinosa, i barzek, guarniti di semi di sesamo e scaglie di pistacchio. Arrivano dalla tradizione palestinese i  kataie, sorta di crepes ripiene di noci, formaggio bianco  o crema di latte,  consumati soprattutto durante il Ramadan. 

il  primo Jordan International Food Festival   di Amman ,  sarà dunque un palcoscenico, dove questa cucina , ricca di influenze, di storia, di sapori e profumi, potrà dialogare e confrontarsi con quelle internazionali.


Claudia Sugliano