Vini | 21 luglio 2024

Cantina Monsupello, la famiglia Boatti apre le porte della sua cantina, appunti di una giornata nell’Oltrepò pavese coi “i Signori di Pavia”

Nella suggestiva cornice delle colline dell'Oltrepò Pavese, la cantina Monsupello di Torricella Verzate (PV) ha aperto le sue porte per un esclusivo evento, celebrando così la sua storia e il suo impegno nella produzione di vini di alta qualità.

Cantina Monsupello, la famiglia Boatti apre le porte della sua cantina, appunti di una giornata nell’Oltrepò pavese coi “i Signori di Pavia”

Un momento di immersione completa nella realtà di Monsupello, con una prima visita guidata in fuoristrada su e giù per i vigneti (inseriti tra splendidi percorsi ciclabili e sentieri per mountain bike spettacolari) e poi nella la cantina storica, seguita da una degustazione di tutti i loro vini con una inaspettata sorpresa.

 

Memorabile giornata coi fratelli Pierangelo e Laura Boatti assieme alla inossidabile madre Donna Carla Dellera Boatti (“LaCarla” o “mamma”, com’è chiamata con affetto da tutti i suoi collaboratori) a vedere di persona la modalità con cui proseguono con determinazione e passione l'eredità lasciata dal padre, Carlo Boatti, che nel 1959 acquisì la cantina fondata nel 1893, portando avanti una tradizione enologica di eccellenza, integrando innovazione e rispetto per il territorio. Nell’occasione, sono stati condivisi aneddoti ed esperienze di vita della loro lunga avventura nel mondo del vino.

Carlo Montanelli, consulente vitivinicolo di “Per Le Uve”, azienda di consulenza, formazione e sperimentazione enologica capitanata dall’agronomo e ricercatore Giovanni Bigot, ha spiegato la conduzione agronomica dei vigneti, con passione e competenza, illustrando il processo di vinificazione, le tecniche utilizzate per la coltivazione dei vitigni autoctoni e l'importanza della sostenibilità ambientale nelle loro pratiche agricole compresa la fondamentale gestione agronomica che si concentra sull'analisi della vigoria del vigneto, il suo stato idrico, la biodiversità del suolo, il carico produttivo e il cotico erboso fertile. L'azienda ha investito notevoli risorse nella cura e nella tutela dell'ambiente, garantendo un controllo estremamente preciso sul vigneto.

Dopo aver visitato i vitigni, i partecipanti hanno assistito alla sboccatura alla volée, un affascinante rituale che ha messo in luce la freschezza di uno spumante giovane. Successivamente la degustazione e la visita alla cantina, introdotta da Pierangelo Boatti e guidata dagli enologi Stefano Torre e Federico Fermini, hanno rivelato sapori e profumi che raccontano la passione della famiglia Boatti per il vino.

In ogni calice degustato si esprimeva una storia, densa di sapori e profumi, in particolare per il Podere La Borla, un vino rosso di grande carattere e complessità: degustarlo direttamente dalla botte in fase di affinamento è stata un’esperienza unica per apprezzare le sue sfumature in evoluzione. Gli enologi hanno guidato gli ospiti attraverso le diverse tipologie di barrique impiegate, illustrando come ogni legno conferisca al vino una sfumatura unica che ne esalta le caratteristiche e ne arricchisce la complessità. La scelta del giusto legno e della giusta tostatura è fondamentale per valorizzare le potenzialità del vino, e l'utilizzo di barrique francesi sottolinea il profondo legame tra Monsupello e la tradizione vinicola francese.

In quei momenti, i partecipanti hanno ricevuto la benedizione di Don Pietro Sacchi, parroco di San Pietro a Voghera (PV), regalando un momento speciale in cui ricordare il legame fra il vino e il sacro, andando oltre la mera soddisfazione della beva, in perfetto allineamento con lo spirito dell’azienda che non si limita alle pur eccellenti produzioni enologiche.

L’azienda, infatti, grazie al legame con don Sacchi (fondatore dell’Associazione Terre di mezzo che si dedica all'integrazione tra il mondo dell'istruzione pubblica e la marginalità sociale) è fortemente attiva nel tessuto sociale del territorio con iniziative come il progetto di sostenibilità sociale "In Vino Libertas", realizzato in collaborazione con le scuole superiori ed il carcere di Voghera. Questo progetto coinvolge studenti e detenuti nel lavoro nei vigneti insieme ai collaboratori dell'azienda, creando occasioni di festa e inviando un messaggio positivo a chi cerca una seconda possibilità nella vita. L'iniziativa include anche momenti di confronto sui principi della Costituzione.

La giornata alla scoperta dell’azienda è proseguita a tavola, celebrando il matrimonio indissolubile tra il cibo ed il vino, con un pranzo preparato con ingredienti locali, in cui ogni portata è stata abbinata a un vino Monsupello, esaltando così le peculiarità di ogni etichetta. Nel bicchiere, per iniziare, è stato servito il Riesling (fresco e fruttato); poi le nuove bolle Nature 2019, Pinot nero metodo classico pas dosè, (dotato di sentori complessi); Brut Rosè, Pinot nero metodo classico (dal perlage fine e molto resistente); Blanc de Blancs, un 100% Chardonnay extra brut, (dedicato alla mamma Donna Carla Boatti); Riesling renano (dal bouquet fine, fresco e fruttato); Sprigionato 2018; Cà del Tava. Il Cuvée “Cà del Tava”, (un’eccellenza nell’ambito della produzione di spumanti Monsupello).

L'evento ha rappresentato non solo una celebrazione dei successi passati, ma anche un'occasione per guardare al futuro con ottimismo, continuando a innovare e a produrre vini di eccellenza che portano con sé la storia e la passione della famiglia Boatti i cui rappresentanti hanno espresso il loro orgoglio per il percorso intrapreso, sottolineando l'importanza del legame con il territorio che vanno a braccetto con la professionalità e lo spessore umano dei loro enologi, sottolineando il tema della sostenibilità sociale in azienda e il ruolo chiave delle donne, tema molto caro a Laura Boatti.

Per ultimo, ma non meno importante, ecco la sorpresa: a fine pasto Pierangelo Boatti ha alzato ulteriormente l’asticella con una degustazione alla cieca di una bottiglia proveniente da una collezione molto pregiata. Rivelata solo dopo un attento assaggio, in cui si sono aperti dibattiti e svariati tentativi di identificazione, la bottiglia si è rivelata essere un Monsupello Nature Pinot Nero Metodo Classico del 2002, bottiglia assolutamente in vita e molto affascinante.

E se la giornata si è conclusa con questo assaggio del passato, nondimeno la famiglia Boatti ha salutato i presenti rilanciando al futuro con l’annuncio del lancio di una nuova cuvée per il 2025 – un 100% Pinot Nero – insieme ad altri progetti innovativi attualmente in sviluppo. Con questa promessa, l'azienda si impegna a continuare a plasmare il panorama vitivinicolo italiano, combinando tradizione e innovazione in ogni calice.

 

                                                                                                                                                            

 

Testo e foto di Fulvio Tonello.