Cibo | 06 settembre 2023

A tavola con la Cipolla egiziana, che viene dalla Liguria e non dall'Egitto

A tavola con la Cipolla egiziana, che viene dalla Liguria e non dall'Egitto

La Cipolla egiziana, riscoperta e coltivata negli ultimi anni da decine di agricoltori del Ponente ligure, è un raro e antico ortaggio con caratteristiche eccezionali. Inserita fra i prodotti dell’Arca del Gusto di Slow Food, è semplice da coltivare in campo aperto, ma anche in vaso sul balcone di casa. Vegeta in condizioni estreme di caldo e freddo ed in questo sta il segreto della diffusione della sua coltivazione. Inoltre è particolarmente adatta ad essere utilizzata in cucina grazie al suo gusto gradevole e per la facilità di abbinamento ad ogni preparazione, dall’antipasto al dolce.

Una riscoperta recente

Riscoperta nel 2012, in poco tempo si è diffusa in molti orti e case non solo della Liguria, ma di tutto il paese. Il termine egiziana ha sicuramente conferito un fascino misterioso a questa pianta favorendone la diffusione e la circolazione. Ma non arriva dall’Egitto. Tutte le cipolle che troviamo nei mercati e consumiamo quotidianamente, provengono dall'Asia centrale, dall'Asia occidentale e dal subcontinente indiano. Dunque anche la Cipolla egiziana ligure come anche la più conosciuta e consumata cipolla di Tropea hanno la stessa origine.

Una cipolla dal  nome curioso e misterioso

Il nome "egiziana" non deriva quindi da un collegamento con la civiltà egizia, ma dalla consuetudine dei popoli nomadi di portarla nei mercati liguri con una alterazione in dialetto ligure del termine “gitani”. È stata coltivata negli orti di tutto il mondo per i suoi svariatissimi usi ed anche perché ogni parte della pianta è commestibile. Una pianta che non produce semi ma si diffonde grazie a propaguli vegetativi primaverili.

Una cipolla esempio di biodiversità

La sua divulgazione, operata da un gruppo di agricoltori del Ponente ligure, guidati da Marco Damele, è servita anche a promuovere una capillare azione di sensibilizzazione della cultura del cibo, del valore della biodiversità e della tradizione.  La Cipolla egiziana si presenta oggi come una risorsa fondamentale per salvaguardare il territorio e il futuro dell’agricoltura. Infatti solo grazie al recupero della diversità biologica ed alla reintroduzione di varietà orticole scomparse dal mercato,  è possibile salvaguardare la tipicità di un territorio. E così riscoprendo  emozioni e gusti da preservare e trasmettere alle nuove generazioni.

Ottima in cucina

La migliore forma di salvaguardia per i prodotti dell’agricoltura consiste nella promozione attraverso l’alimentazione, con ricette che parlino di stagionalità dei prodotti e biodiversità. Oggi molti la conoscono,  la coltivano e la usano in cucina per insalate, frittate, farinate, soffritti e piatti più elaborati e complessi dettati dalla fantasia e dall'ispirazione.

Una cipolla gourmet

Nel 2018 gli è stato dedicato un contest nazionale in collaborazione con l’Associazione Italiana Food Blogger, che ha registrato moltissimi partecipanti e tantissime ricette. È entrata nelle cucine di grandi e famosi chef, fra cui Mauro Colagreco, titolare del Mirazur di Menton tre stelle Michelin. Ancora in pochi ne conoscono le proprietà terapeutiche: ricca di vitamina C, B, PP carotene e sali minerali rappresenta un vero e proprio toccasana per la nostra salute fisica e anche mentale.

Bibliografia

Dalla foglia al bulbo ai fiori, rappresenta sempre un tripudio di meraviglia e curiosità per la sua storia ricca di fascino e mistero. Per chi vuole approfondire la conoscenza di questo bulbo vi segnaliamo due pubblicazioni che sono il risultato di molti anni di ricerca e studio da parte di Marco Damele, il promotore e responsabile del progetto di recupero anche in chiave gastronomica del bulbo in collaborazione con la ricercatrice Irina Reydes, del First Moscow State Medical University.  Sulla pagina facebook tutte le informazioni per l'acquisto della pianta

Claudio Porchia