È attualmente il numero 6 al mondo, con nessuna voglia di fermarsi: dall’alba della sua storia tennistica, Holger Rune ha sempre dichiarato di voler diventare il numero 1. Fin dal 2017, quando aveva solo 17 anni e con spavalderia rivelava di voler battere il record di Roland Garros vinti da Rafa Nadal. Allora era ben lontano dai primi posti del ranking: oggi, poco più che ventenne, è ben saldo in top ten. Sbruffone o meno, insomma, il danese ha dimostrato di avere stoffa. Pur essendo ancora ben lontano dal pieno della sua maturazione, nel 2022 stupisce tutti la sua vittoria contro Stefanos Tsitsipas negli ottavi del Roland Garros. A soli 19 anni si spinge ai quarti, venendo poi eliminato da Casper Ruud in un confronto duro anche se impareggiabile considerando la partita di tennis più lunga della storia.
Il trionfo nel Master 1000 di Parigi
Ma le vittime illustri di Rune non si fermano certo qui. Un altro tassello fondamentale nella sua giovane carriera arriva a fine 2022, quando il classe 2003 si aggiudica il suo primo titolo 1000 nell’ultimo atto contro Novak Djokovic, sovvertendo le statistiche legate alle scommesse sul tennis. Nella sua quarta finale consecutiva, senza alcun dubbio la più prestigiosa mai disputata, Rune ha la meglio sul campione serbo con un punteggio di 3-6, 6-3, 7-5. Per il danese, a soli 19 anni, è il primo titolo in un Masters 1000, valevole per il primo ingresso nella top 10, alla decima posizione. Un’ascesa che non si arresta nel 2023, quando a Monte Carlo il ragazzo deve arrendersi soltanto in finale contro Andrej Rublev, battendo nel percorso, tra gli altri, Daniil Medvedev e Jannik Sinner.
La storia di Holger Rune: il personaggio fuori dal rettangolo di gioco
Fuori dal campo da tennis il ragazzo ha una personalità forte, che a tratti gli impedisce di spiccare per simpatia. Non di rado Rune ha litigato con alcuni avversari, tra cui Casper Ruud e Stan Wawrinka. Quest’ultimo ha anche parlato della brutta fama di cui il danese gode negli spogliatoi. Ha fatto discutere, poi, la sua vittoria ai danni dell’argentino Francisco Cerundolo, nella quale il 20enne è stato accusato di poca correttezza. Holger, come accennato, sa essere spavaldo e arrogante, ma non è detto che questo sia del tutto un male per lui.
È anche il suo carattere a renderlo uno dei talenti più indiscussi del panorama tennistico internazionale e ad avergli permesso di battere atleti del calibro di Medvedev e Djokovic. Dovrà lavorare anche sul lato più spigoloso del suo carattere l’allenatore Lars Christensen, al momento il solo a guidarlo dal punto di vista tecnico dopo che le strade tra Rune e Patrick Mouratoglou si sono separate.
Il rapporto di Rune con la terra rossa: il suo percorso al Roland Garros
La terra battuta è senza dubbio una delle superfici preferite dal danese. A partire dal trionfo nel 2019 al Roland Garros junior, la dice lunga il percorso di Rune sulla terra rossa fino ad oggi. Proprio all’Open di Francia 2023 era tenuto in grande considerazione da parte dei bookmakers, che ai nastri di partenza lo mettevano alle spalle dei favoritissimi Alcaraz, Djokovic e Tsitsipas. La sua “dichiarazione di guerra” a Nadal lo dimostra: al tennista classe 2003 non manca certo la fiducia in sé stesso. A più riprese, durante le interviste, si era detto sicuro di poter essere tra i candidati alla vittoria finale del torneo parigino. L'incontro con Ruud, però, ha negato la sua previsione.