L’agrifoglio (nome scientifico Ilex aquifolium) è un arbusto sempreverde appartenente alla famiglia delle Aquifoliaceae, originario dell’Europa centro-meridionale che cresce in tutto il Mediterraneo. Il nome generico deriva dal latino e allude alla somiglianza della forma delle foglie con quelle del leccio (Quercus ilex); il nome specifico deriva dal latino “acrifolium”, parola composta da “acer” (acuto) e “folium” (foglia), per le foglie a margine spinoso-appuntito. Al genere Ilex sono accreditate ben 400 specie tra arbusti e alberi, ma in Liguria così come in tutto il territorio nazionale è presente soltanto l’Ilex aquifolium. Allo stato spontaneo la pianta cresce nelle aree montane fresche e umide dagli 800 m fino ai 1400 m di altitudine.
L’agrifoglio è un arbusto dioico, cioè presenta fiori maschili e femminili. Solo i fiori femminili danno origine alle drupe, ovvero le bacche dal caratteristico colore rosso brillante. I fiori, riuniti in piccoli mazzetti, sono di colore bianco e possiedono quattro petali; sbocciano nei mesi di maggio e giugno. L’agrifoglio viene spesso confuso con il pungitopo (Ruscus Aculeatus) ma un’osservazione attenta delle due specie può far notare la differenza. Le foglie sempreverdi dell’agrifoglio hanno i bordi ondulati e spinosi e le bacche sono raccolte in piccoli gruppetti. Le foglie del pungitopo al contrario sono brevi, appiattite e solo sull’estremità appuntite; le sue bacche sono grosse e fissate al centro della foglia. Le drupe dell’agrifoglio contengono una sostanza tossica detta ilicina; infatti se vengono ingerite provocano gravi intossicazioni (anche mortali) con vomito e diarrea. Tuttavia durante l’inverno le bacche assicurano la permanenza in vita dei volatili stanziali, i quali se ne cibano tranquillamente senza rimanere intossicati.
Nel passato le foglie dell’agrifoglio rientravano nella farmacia botanica dei contadini che avevano le loro difficoltà ad affrontare l’inverno e i malanni di stagione. Le foglie venivano lasciate a macerare nel vino novello da cui si ricavava un ottimo preparato per febbre e influenza. L’agrifoglio era considerato una pianta magica fin da prima dell'avvento del Natale cristiano: gli si attribuiva il potere di proteggere dai demoni e di portare fortuna; la credenza popolare lo riteneva una pianta dalla natura davvero prodigiosa. I Celti impiegavano il legno dell’agrifoglio per la costruzione di armi, in particolare di lance e scudi. Nei loro riti magici era uno dei tanti talismani a disposizione per contrastare gli influssi negativi e le condizioni avverse. Nei giorni che precedevano il solstizio d’inverno, gli antichi Romani si adornavano con l’agrifoglio convinti di acquisire protezione da malefizi e sventure. Era anche comune usanza piantarlo nel giardino di casa, come ci riporta nei suoi scritti Plinio il Vecchio, al fine di estendere la tranquillità e la fortuna all'intera famiglia. Nel mondo latino era tradizione regalare un ramo di agrifoglio, quale augurio di vita lunga e felice, agli sposi novelli.
L’antica e perdurante fama di amuleto vegetale si ispirò sicuramente alla morfologia delle sue foglie munite di spine che denunziano la loro funzione di difesa. A tal proposito avete mai notato che nella parte più alta dell’albero le foglie non possiedono le spine, ma hanno una forma più addolcita? Semplicemente perché non vi sono erbivori in grado di raggiungerle per cibarsene. Infatti le foglie con gli aculei sono presenti limitatamente alla parte accessibile al morso degli erbivori. Sembra che sia la pianta a decidere quali foglie rendere pungenti, come meccanismo di autodifesa. Le foglie nella parte bassa risultano così più pungenti e in alto più lisce. L'agrifoglio è entrato nei tradizionali festoni che decorano il Natale cristiano; i suoi primi utilizzi nacquero in Irlanda dove anche le famiglie più povere potevano permettersi di utilizzarne le fronde per decorare le loro abitazioni durante il periodo natalizio.
Con l’avvento della tradizione cristiana, furono associati nuovi simbolismi e significati a questa pianta. La struttura delle foglie ricorderebbe la corona di spine di Gesù Cristo e i frutti rossi il suo sangue. I boccioli bianchi rappresenterebbero l’immagine della purezza della Madonna. E’ una pianta protetta dalle norme regionali ed è quindi assolutamente vietato danneggiarla o prelevarne le parti con le bacche tipicamente decorative. Durante le nostre passeggiate naturalistiche limitiamoci ad ammirare l’agrifoglio mentre spicca con il colore rosso acceso delle sue bacche, a rallegrare il sottobosco invernale a riposo.
Ormai prossimi alle festività natalizie, colgo l’occasione per porgere a tutti i miei lettori i migliori Auguri di Buon Natale e Felice Anno Nuovo.
Valentina Pulinetti nata a Sanremo, dopo la maturità Sociopsicopedagogica al Liceo C. Amoretti di Sanremo, ha conseguito la laurea magistrale in Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Genova, discutendo una tesi sui diritti delle donne. Grande appassionata di cavalli pratica l’equitazione fin dall’infanzia. Ama praticare l’escursionismo in montagna. Da circa 10 anni con la sua reflex immortala la flora e la fauna in particolare del Ponente ligure. Ha partecipato a diversi concorsi fotografici nazionali ottenendo alcuni premi e riconoscimenti.
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