La fotografa Valentina Pulinetti accompagna i nostri lettori alla scoperta della flora spontanea ligure. In questo percorso ci presenterà le specie più belle del patrimonio botanico ligure e racconterà le loro caratteristiche particolari e le loro curiosità. L’osservazione e la scoperta di specie botaniche potranno suscitare sorprendenti motivi d’interesse anche ai meno esperti del settore. I colori, le forme e i profumi rendono infatti unica ogni specie botanica. La conoscenza e l’informazione corretta renderà i nostri lettori ancora più consapevoli che tutte le piante, dalle più rare alle più comuni, vanno protette e tutelate dalla raccolta incosciente, perché la scomparsa di anche solo una specie vegetale può avere gravi ed imprevedibili conseguenze. La migliore collezione di piante la si può fare tranquillamente con la fotografia. Chi ama la natura le lascia i suoi fiori
L’elleboro è un genere di piante erbacee perenni, appartenenti alla famiglia delle Ranunculaceae, che conta circa una quindicina di specie, diffuse prevalentemente in Europa centro-meridionale, in Medio Oriente e in Asia. L’elleboro era conosciuto fin dall'antichità ed era tenuto in alta considerazione per le vantate proprietà medicinali.
Lo si ritrova più volte citato negli scritti degli antichi medici classici, tra cui il celebre Ippocrate, che praticava la medicina già 400 anni prima di Cristo, nell’isola di Coo. Tutti i testi antichi mettevano però in guardia dall'uso indiscriminato dell’elleboro, avvertendo dei possibili effetti nocivi. Infatti le piante di questo genere contengono degli alcaloidi tossici e sostanze come i glucosidi elleborina ed elleboreina, che possono avere effetti letali. Quello che ad alte dosi si rivela essere un veleno, in piccole quantità è stato utilizzato per centinaia di anni nella cura dell’attività cardiaca, in particolare negli anziani. Inoltre l’elleboro nero è stato considerato per secoli un rimedio contro le malattie mentali.
A tal proposito, le sue proprietà curative si intrecciano con la mitologia. In una favola si racconta che un pastore di nome Melampo, che era allo stesso tempo medico ed indovino, utilizzò il latte delle sue capre, che si erano cibate dell’elleboro, come medicina "miracolosa" per curare dalla pazzia le figlie di Preto, re di Argo. Oggi, nessuno si sente più di classificare a cuor leggero gli Ellebori come piante medicinali ed infatti sono stati abbandonati perché anche un uso controllato provoca immancabilmente vomito, sonnolenza, con rischio di collasso. Pertanto queste piante, peraltro molto decorative, sono da includersi nell’elenco delle specie tossiche. Gli ellebori sono piante tipiche del sottobosco ed infatti prediligono le zone semi ombreggiate. Sono molto forti, non temono la neve e il gelo; vivono bene fino ai 1200 m di altitudine.
Le specie che si possono trovare allo stato spontaneo in Italia sono: l’Helleborus niger (Elleboro nero o Rosa di Natale), l’Helleborus foetidus (Elleboro fetido) e l’Helleborus viridis (Elleboro verde). Queste due ultime specie sono quelle più facilmente rintracciabili in Liguria. Esse fioriscono da gennaio ad aprile. L’Helleborus foetidus possiede un fusto robusto ed eretto di circa 30-70 cm di altezza. Vegeta con numerosi fiori verdastri, orlati di rosso scuro, che sono portati in infiorescenza pendula.
Le foglie sono divise in 7-10 segmenti strettamente lanceolati. I fiori dell’Helleborus viridis, come dice il nome stesso, sono tipicamente di colore verde intenso ed occasionalmente verde giallastro. Le foglie lungamente picciolate, sono divise in 5-7 segmenti oblunghi a denti fini e regolari. Nella nostra regione l’Helleborus niger è diventato ormai introvabile. È tuttavia la specie più conosciuta grazie alla fama ottenuta nel giardinaggio ed alla prosperosa coltivazione in vaso.
L’Helleborus niger è chiamato Rosa di Natale per il fatto che fiorisce in inverno nel periodo natalizio e per la sua somiglianza con la Rosa canina. Inoltre una bella leggenda cristiana racconta l’origine di questo fiore: “Una pastorella, assistendo alla processione dei Re Magi e dei pastori che si recavano alla grotta di Betlemme per portare doni a Gesù Bambino, piangeva dispiaciuta perché la sua povertà non le consentiva di offrire nessun regalo a Gesù. Apparve allora un angelo che, indicando alcuni fiori bianchi appena spuntati dalla neve, disse alla bimba di portarli al Redentore.”
I fiori dell’Helleborus niger hanno 5 grandi petali leggermente orlati, di color bianco candido, che fanno da corona a vistosi stami di colore giallo intenso. Le foglie palmate sono molto spesse, divise in 5-9 segmenti lanceolati, con bordi seghettati e di colore verde scuro lucente. Definito da Dumont de Cousset "uno dei benefizi della natura per adornare la mesta nudità dell'inverno", l'Helleborus niger è diventato simbolo di auguri ed è legato ai concetti della speranza, della vitalità e della rinascita.
Colgo l’occasione per porgere a tutti i miei lettori i migliori Auguri di Buon Natale e Felice Anno Nuovo.
Valentina Pulinetti è nata a Sanremo nel 1993. Dopo la maturità Sociopsicopedagogica al Liceo C. Amoretti di Sanremo, ha conseguito la laurea magistrale in Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Genova, discutendo una tesi sui diritti delle donne. Grande appassionata di cavalli pratica l’equitazione fin dall’infanzia. Ama praticare l’escursionismo in montagna. Da circa 10 anni con la sua reflex immortala la flora e la fauna in particolare del Ponente ligure. Ha partecipato a diversi concorsi fotografici nazionali ottenendo alcuni premi e riconoscimenti.
Contatti: e-mail valep93@virgilio.it Facebook e Instagram (@valentinix28)