La fotografa Valentina Pulinetti accompagna i nostri lettori alla scoperta della flora spontanea ligure. In questo percorso ci presenterà le specie più belle del patrimonio botanico ligure e racconterà le loro caratteristiche particolari e le loro curiosità. L’osservazione e la scoperta di specie botaniche potranno suscitare sorprendenti motivi d’interesse anche ai meno esperti del settore. I colori, le forme e i profumi rendono infatti unica ogni specie botanica. La conoscenza e l’informazione corretta renderà i nostri lettori ancora più consapevoli che tutte le piante, dalle più rare alle più comuni, vanno protette e tutelate dalla raccolta incosciente, perché la scomparsa di anche solo una specie vegetale può avere gravi ed imprevedibili conseguenze. La migliore collezione di piante la si può fare tranquillamente con la fotografia. Chi ama la natura le lascia i suoi fiori.
Leontopodium alpinum – Stella Alpina
La Stella alpina, nome scientifico Leontopodium alpinum, è il simbolo indiscusso della montagna e della natura alpina. Appartiene alla famiglia delle Asteraceae, note anche come Composite. Il nome del genere (Leontopodium) significa letteralmente “piede leonino” ed è un adattamento latino del greco “leontopódion” da “léon” (= leone) e “pódion” (= piede), in riferimento alla forma dei capolini fiorali simili ad una zampa di leone. In Austria, Svizzera e Germania è chiamata con il nome tedesco Edelweiss, il cui significato è “nobile bianco”. Tale nome ha preso così tanto piede nel XIX secolo da aver superato i confini dei paesi germanofoni, diffondendosi anche in Italia.
I ricercatori ritengono che il fiore, originario dell’Asia, sia arrivato nelle Alpi europee durante l’era delle glaciazioni. La Stella alpina è osservabile ad altitudini elevate, comprese tra i 2000 e i 3000 m, con un record di 3140 metri registrato nel comprensorio del Monte Cervino. Fiorisce da luglio a settembre sulle pareti rocciose, ma non è raro trovarla anche nelle praterie d’alta quota dove riesce a crescere più facilmente formando anche delle colonie di numerose piantine. Raramente il fusto supera i 15 cm di altezza, rimane molto piccolo per proteggersi dalle condizioni meteorologiche estreme dell’ambiente in cui vive. Quello che appare come un unico fiore a forma di stella è in realtà una struttura complessa: i veri fiori sono piccolissimi, riuniti a formare 5-8 capolini centrali, di colore giallo verdastro.
Quelli che sembrano i petali sono in realtà delle foglie floreali bianche ricoperte di una morbida peluria, simile a velluto. Questa lanuggine non ha una funzione protettiva dal freddo, come si potrebbe intuitivamente pensare, ma in realtà serve per limitare l’eccessiva traspirazione d’acqua e proteggere la pianta dai raggi ultravioletti. Un’antica leggenda popolare narra così la nascita della Stella alpina: “Tanto tempo fa c’era un’alta montagna, la quale era molto triste perché soffriva di solitudine. Moltissime lacrime cadevano dai suoi pendii rocciosi ma nessun albero e nessun fiore potevano fare qualcosa per consolarla perché essendo ancorati al terreno non si potevano avvicinare alle sue rocce. In una notte stellata, gli astri giocando tra loro si accorsero di questa montagna, così una stellina coraggiosa scivolò giù dal cielo per posarsi tra le rocce gelide e consolare con la sua presenza la triste montagna. Il freddo era pungente e la stella tremava. La montagna, commossa per quel gesto gentile, avvolse la stella con una peluria bianca e la legò a sé donandole radici profonde. Nacque così la prima Stella alpina”.
Fin dal XIX secolo purtroppo divenne oggetto di morbosa raccolta. Infatti la fama di pianta rupestre, difficile da trovare, conferiva un’aura di virile coraggio a coloro che riuscivano a raccoglierla. Per i montanari, la Stella alpina era un prezioso bottino da portare in dono alle giovani fanciulle. Inoltre veniva raccolta per le sue molteplici capacità curative, essa infatti ha proprietà antiossidanti, antinfiammatorie e antibatteriche. La prima iniziativa a sostegno della sua conservazione con conseguente divieto di raccolta si registra già in Svizzera a metà dell’Ottocento. All’inizio del XX secolo anche Austria e Germania emanarono un divieto di raccolta generale. In Italia un’importante svolta dal punto di vista normativo si è avuta solo in tempi più recenti con il recepimento delle direttive europee in materia di tutela e valorizzazione del patrimonio naturale. Non esiste tuttora una legge nazionale per la protezione della flora spontanea.
Questa materia è di fatto delegata alle singole Regioni. Tutte le Regioni che ospitano la stella alpina la ritengono un’entità degna di alta protezione. In Liguria sono due le Leggi (L. n.9/1984 e la L. n.28/2009) a porre il divieto di raccolta della Stella alpina prevedendo multe salate per chi contravviene alla disposizione. Tuttavia la tentazione di raccoglierla per alcune persone è ancora molto forte. Questa è la prova che la conservazione della natura non si può attuare senza una parallela promozione sociale. Come fotografa naturalista non posso che invitare i lettori ad apprezzare la bellezza delle Stelle alpine nel loro ambiente naturale astenendosi dal raccoglierle.
Valentina Pulinetti è nata a Sanremo nel 1993. Dopo la maturità Sociopsicopedagogica al Liceo C. Amoretti di Sanremo, ha conseguito la laurea magistrale in Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Genova, discutendo una tesi sui diritti delle donne. Grande appassionata di cavalli pratica l’equitazione fin dall’infanzia. Ama praticare l’escursionismo in montagna. Da circa 10 anni con la sua reflex immortala la flora e la fauna in particolare del Ponente ligure. Ha partecipato a diversi concorsi fotografici nazionali ottenendo alcuni premi e riconoscimenti.
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